Oggi è un giorno importante per me e vorrei condividerlo con voi.
Ho passato gli ultimi 10 anni a dimostrare chi sono e cosa so fare. Sono partito dal nulla e mi sono sentito quasi costretto a farlo. Se avessi avuto facilitazioni o vie preferenziali chissà, magari sarei stato più tranquillo. Ma non avendo avuto tutto questo mi sono dovuto dare da fare.
Trilingue, lavoro in due paesi, ho scritto innumerevoli blog, ho gestito gruppi da ogni parte del mondo (mi manca solo qualche regione dell’Asia centrale), ho fatto ricerca, ho scritto un libro, e ho guidato verso porti sereni persone la cui vita aveva perso senso. Ho lottato per la libertà di pensiero e l’indipendenza dalle bandiere, dalle associazioni e dai «friendollars«, le relazioni di amicizia basate sull’utilità reciproca tanto in voga oggi giorno. Sento che mi è servito, che mi sono tolto molte soddisfazioni nei confronti di chi vedendo solo una persona carina o positiva si fermava a quello.
Ultimamente tra l’altro ho conosciuto un numero sufficiente di persone che fanno lo stesso, che lottano contro la superficialità della visione reciproca moderna, e mi sono sentito rasserenato. Che bello, non siamo poi così pochi!
Forse è stato anche smettere di lavorare il mese scorso e obbligarmi a stare fermo per una frazione di quell’anno sabbatico che mi ero ripromesso e mai preso l’anno passato. Mi ha fatto sentire il Luca da cui non dipende nessuno, quello che dovrei essere una volta che non sono in gioco per aiutare gli altri (non che possa completamente escludere qualcosa che è nel mio DNA, però insomma se non lo faccio attivamente per lavoro posso almeno trovare un po’ di tempo per me).
Dall’altra parte non ho potuto non patire un sentimento di inutilità in questi giorni. Una sensazione di vuoto e di disorientamento dovuta al fatto che non sto lavorando, ma al tempo stesso con l’occasione ho iniziato uno dei percorsi di consapevolezza che di solito riservo ai miei clienti e, mannaggia, fa più male di quello che pensassi. Certo, in quel caso ci sono io che guido, proteggo, ricarico e do sollievo, mentre io con me stesso non mi concedo tutto questo lusso, però mi sono reso conto di quanto coraggio e forza di volontà mettono le persone che decidono di lavorare con me.
Sono duro… spingo al massimo e pretendo il cielo da chi vuole stare con me. Sia come professionista che come persona. Di certo mi propongo anche di dare il cielo a chi mi sta vicino, però capisco che si tratta comunque di una relazione altamente energetica che può richiedere molto sforzo.
Adesso che ho capito tutto questo sono arrivato a un punto in cui devo decidere che strada seguire da oggi in avanti, coerente con il mio nuovo inizio anno.
Da una parte «dimostrare chi sei davvero» può essere un processo lungo una vita intera (che noia…), dall’altra vivere leggero significa che solo pochi ti conosceranno (che triste…), soprattutto per uno come me che viaggia tanto per lavoro e per vita e che non si ferma mai davvero in nessun posto.
In questo processo di scelta quello a cui arrivo oggi è: la vita è più leggera quando smetti di pensare a ciò che vogliono gli altri da te e inizi a stare solo con chi davvero ti vuole conoscere.
Chi ha buona volontà la dimostra e chi agisce per interesse o per vita noiosa presto o tardi perde la piuma…
Ciò non toglie che ogni giorno tutto si riavvia, o ha la possibilità di farlo, e che quindi non possiamo certo abbandonarci alla semplice selezione passiva del mondo, ma dobbiamo rimboccarci le maniche e iniziare a farlo attivamente. E’ una scelta che abbiamo, un potere se vogliamo, siamo padroni del nostro destino o siamo solo foglie mosse dal vento?
Io credo che possiamo essere un po’ di più. Non ha molto senso abbandonarsi a forze più grandi di noi se almeno non abbiamo provato cosa si prova a stare fermi in mezzo di una bella raffica temporalesca almeno per una piccola parte della giornata. E meno sensato è pensare di essere noi la tormenta.
Non siamo fisse strutture di cellulosa leggera, possiamo piegarci e planare e secondo me alcuni di noi possono sviluppare anche delle piccole alucce verdi per lottare contro la corrente. Non perché questo ci renda migliori, ma per capire cosa significa abbandonarsi, cedere alle forze dell’universo, cosa che non si può apprezzare se non si ha lottato prima.
Allora ecco che la pigrizia dell’uomo moderno fa subito dire «eh… ma quanto ho lottato io fino ad adesso… è ora invece di stare tranquilli… fermi, immobili, aspettare…».
Per fortuna non esiste una pensione nel ciclo vitale umano.
No la vita è molto più giusta. Non ci dice che ad un certo punto diventiamo inutili e dobbiamo farci cullare dalla corrente passivamente, ci dice che possiamo scegliere varie correnti e variare il gradiente di «lotta» che vogliamo usare ogni giorno in modo da non esaurirci, e al tempo stesso da non diventare pura parte della corrente.
Non ci dice che possiamo essere eroi e cambiare il mondo, ma ci dice che se ogni giorno mantenessimo un po’ di quell’eroicità potremmo far parte di quella corrente che spinge in quella direzione.
Non ci dice che siamo un numero e che siamo dispensabili in qualunque momento, ma ci dice che insieme possiamo esprimere la nostra voce anche se non è unica.
Ci toglie molto peso dalle spalle se vogliamo e dall’altra parte ci spinge a non essere mai dei codardi.
Il bivio che abbiamo di fronte ogni giorno, secondo me, può essere quello di sempre: essere noi stessi (e quindi fare prima o poi un bel percorso per capire chi siamo davvero), o essere quello che gli altri vogliono o hanno voluto. Oppure può essere un incrocio da più opzioni che riconosce le molteplici direzioni che può prendere la vita, che non giudica con eccessiva sicurezza l’enorme complessità della natura umana intrecciata tra istanze interne ed esterne, e che rinuncia alla semplificazione eccessiva di una psicologia da polli venduta come filosofia di vita.
Quale che sia la nostra scelta, una cosa rimane uguale. Che se siamo foglie apparteniamo l’uno all’altro e quale che sia la nostra origine, il nostro ramo, la nostra esposizione al sole, ci sarà un momento almeno nella nostra vita in cui abbiamo l’opportunità di condividere la corrente insieme.
Da oggi quindi il mio nuovo mantra sarà questo:
Abbandono chi sono, abbraccio la mia ombra e volo nella corrente in buona compagnia.
LPDLH
Dr. Luca Povoleri De Las Heras
Psychologist | HR, Manager, Producer | Author
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Pubblicazioni:
«Super-Viv(i)ente», Albatros Il Filo, Roma 2020. (Libreria: Italia, España, UK)
Bello il mantra della foglia!!!!!😍😍😍😍😍
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La via del ninja! 😂
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Grazie per la condivisione trasmetti sempre molto ottimismo
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Nice! 👍
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