Ci sono riusciti. Ci hanno chiuso dentro. Dentro della nostra testa, dei nostri castelli aereostatici, di illusioni di specchi e riflessi che non tornano più indietro.
Ancora la gente reagisce con paura o con rabbia. Non c’è termine medio e forse hanno ragione. L’impotenza che ha colpito l’umanità non è cosa medica, è spirituale.
Se studi, e quel “se” è ogni giorno più grande, sai di non sapere al di là dei meme. E quel poco che sai, sei propenso a sminuzzarlo chirurgicamente in cerca di essenza, di verità e anche un po’ di giustizia.
Quei frammenti che abbiamo trovato in questi tempi ci hanno portati ad aprire gli occhi o a chiuderli per sempre. Siamo in mezzo a morti viventi, siamo in mezzo a sub-viventi, ma non è davvero cambiato nulla.
Abbiamo perso speranza nel futuro, nella bellezza franca della vita in tutta la sua feroce semplicità. Ma l’avevamo davvero prima?
E’ tempo di sacrificio umano. Non quello di coltelli e divinità assetate di fede, ma quello che inter-rompe lo stato di benessere, quello che ci fa abbracciare quel “sto male” e renderlo il nostro migliore alleato.
Lo è.
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“Super-viv(i)ente” in Mondadori, Feltrinelli, Fnac e un po’ ovunque in Italia e Spagna.
Da leggere dentro, fuori e tra le righe…
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#optimavita360superviviente